Attività fisica durante l’infanzia e l’adolescenza

Con questo articolo vogliamo parlare di un argomento cardine per la nostra professione: il movimento! 

Nello specifico da fisioterapiste e mamme la nostra attenzione non potrebbe non andare anche in mondo importante alla salute dei bambini ed alla tutela del loro sviluppo psico motorio. 

Il Ministero della Salute in data 7 marzo 2019 ha redatto un documento molto chiaro dove fornisce delle linee guide sull’attività fisica per tutte le varie fasce d’età e per situazioni particolati quali donna in gravidanza, anziano, diabete, paziente trapiantato e molte altre categorie.

Nel 2019 la pandemia non esisteva, le mascherine obbligatorie neanche e la nostra società era diversa da quella che viviamo in questo istante, ora starà noi integrare queste informazioni col nuovo modo di vivere che consegue da questo momento storico.

Vorremmo quindi riassumervi ciò che dice questo documento riguardo all’attività fisica nei bambini e negli adolescenti.

Potete trovare il documento a questo link

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2828_allegato.pdf

Quanta attività fisica?

Secondo le linee guide OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tra i 5 ed i 17 anni:

60 minuti di attività fisica di intensità media vigorosa  tutti i giorni

+ allenamento di rinforzo muscolo scheletrico 3 volte a settimana.

Se vengono superati i 60 minuti (non viene specificato di quanto) ancora meglio, ci saranno più benefici.

Cosa si intende per attività fisica?

Non solo l’attività sportiva o la ginnastica scolastica, ma nei bambini si intende anche il gioco.

Quali benefici da l’attività fisica durante lo sviluppo?

Primi 3 anni: il bambino deve costruire se stesso, inizia la sua maturazione, muovendosi impara a spostarsi prima rotolando o scivolando, poi gattonando, camminando, correndo. Crea il proprio schema motorio e imparando a spostarsi scopre il mondo.

Tra i 3 ed i 5 anni: l’attivita motoria permette la maturazione del sistema nervoso, sviluppa l’apparato cardiocircolatorio e respiratorio.

Tra i 6 e gli 11: avviene un continuo cambiamento incentrato sul miglioramento della percezione del proprio corpo nello spazio, quello che in modo tecnico chiamiamo propriocezione.

Il Periodo prima della pubertà: che è quello con maggiore adattabilità dello scheletro, risponde positivamente al movimento ma anche negativamente all’assenza di movimento stesso. Quindi facciamo muovere i bambini! 

Adolescenza: sembra che i nostri adolescenti siano i più inattivi d’Europa, quello dell’adolescenza è come sempre un capitolo delicato. Spesso l’abbandono dell’attività fisica avviene in questa fase, dovuto in parte al fatto che si deve dedicare molto tempo allo studio; in parte probabilmente alla mancanza di divertimento, alla percezione di insostenibilità degli impegni ed alla selettività sportiva (spesso solo quelli bravi bravi vanno avanti, gli altri mollano).

I nostri ragazzi in adolescenza posso svolgere attività fisica di diversi tipi, se potevamo pensare che il corpo avesse terminato il percorso della creazione del proprio modo di muoversi non è cosi, è ancora in evoluzione.

Si potrà lavorare con lo sport più gradito su tanti aspetti: resistenza, potenziamento muscolare e si perfezionerà la destrezza su gesti sportivi specifici (driblare un avversario piuttosto che saltare a muro durante una partita di pallavolo)

Ed il carattere?

Questo documento del Ministero della ne parla in modo chiaro e questo è davvero molto importante.

Nell’ottica di scegliere uno sport e portarlo avanti con piacere, risultano importanti sia gli sport di squadra che sport diciamo più individuali ma sempre con regole chiare. Quindi non si fa riferimento solo a sport come calcio, basket, pallavolo ecc…ma anche ad attività definite più ‘destrutturate’ svolte in strada come parkour, street dance, hip hop, monopattini, giocolerie… wow questo documento ci piace moltissimo. 

Lo sport è educativo, forma il carattere, attribuisce ruoli.

Il documento menziona anche le attività di arbitraggio e di organizzazione di eventi per la comunità, escursioni in campeggio con ruoli per ogni ragazzo relativi all’ambiente, evidenziando come siano possibilità di crescita individuale.

Parola d’ordine? Movimento, gioco, divertimento e sana alimentazione!

Favorire uno stile di vita attivo abbinato a scelte alimentari corrette.

Questo aiuterà anche nella riduzione dell’obesità infantile, che ha moltissime ripercussioni negative sulla salute sia dal punto di vista fisico che psicologico per il bambino stesso.

Quindi a che scopo muoversi gia da piccoli? Riduzione dell’obesità, miglioramento parametri respiratori, cardiovascolari, miglioramento densità ossea, controllo della pressione!

La famiglia in tutto questo, che ruolo ha?

Appare chiaro che in tutto questo il ruolo chiave lo giochi la famiglia, non solo nell’incentivare al movimento ma anche nel promuovere il mantenimento di un impegno preso.

Si cari genitori abbiamo un ruolo ed un dovere importante nei riguardi dei nostri figli da questo punto di vista.

Emerge dai dati istat come ci sia una stretta correlazione tra l’inattività dei genitori e quella dei propri figli (relazione che rimane anche quando ad essere sedentario è solo uno dei genitori) ed una correlazione con le possibilità economiche della famiglia. Cioè bambini di famiglie più benestanti sembra facciano più attività motoria.

Quindi a noi verrebbe da dire che ogni piano di aiuto economico alle famiglie potrebbe avere effetti positivi anche su questo aspetto.

Può essere tutto solo a carico della famiglia?

Questo tipo di sensibilizzazione non riguarda solo le famiglie ovviamente, ma il documento prende in esame la necessità di implementare ‘azioni efficaci e sostenibili attraverso una collaborazione di più settori a livello nazionale, regionale e locale’.

Include ovviamente la partecipazione di ogni operatore sanitario e vede i pediatri, la scuola e le istituzioni in prima linea a fianco delle famiglie.

Per quanto riguarda la scuola si menzionano progetti e possibilità legate all’incremento del movimento. Attività che sfruttino ad esempio la curiosità che il bambino durante l’infanzia mostra per il proprio corpo. Si parla anche delle ‘pause attive’, cioè pause di circa 10 minuti destinate al movimento. Si è visto che tutti questi interventi hanno effetti anche sul rendimento scolastico diminuendo richiami disciplinari e aumentando la soglia dell’attenzione.

Importante agevolare poi i nostri bambini piccoli e grandi se possibile a recarsi a scuola a piedi o in bici, in pratica ogni occasione deve essere buona per muoverci, in una società sempre più sedentaria.

Se il mio bimbo ha problematiche croniche?

Nel bambino con problematiche croniche come ad esempio diabete, fibrosi cistica, asma, disturbi cognitivi non esistono linee guide generiche, ma ovviamente vanno personalizzate e concordate con il medico curante che terrà conto sia del movimento che della parte dietetica.

Sicuramente ogni bambino ha il diritto di muoversi e di farlo in sicurezza. Le attività andranno sempre scelte in base alle preferenze ed ai desideri dei piccoli pazienti.

Concludendo

L’attività fisica va incentivata già da piccoli, anzi i primi effetti benefici il bambino li sperimenta nel pancione se la mamma fa movimento.

Mostrarsi genitori attivi farà bene a noi stessi e saremo esempio per loro, si potrebbero cercare attività anche da condividere con tutti i membri della famiglia da vivere come opportunità di rafforzamento di legame genitori-figlio. Divertirsi insieme è meglio che divertirsi da soli!

Prestare attenzione all’alimentazione e rivolgersi al pediatra per ogni dubbio sulla salute del proprio bimbo o ragazzo.

Ognuno di noi, soprattutto operatori sanitari e operatori dell’educazione, dovrebbe sensibilizzare riguardo queste tematiche.

Con questo articolo noi abbiamo fatto il ‘nostro primo passo’.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *